La terapia cognitivo comportamentale

La psicoterapia cognitivo-comportamentale (Cognitive-Behaviour Therapy, CBT) è un percorso di trattamento dei disturbi psicologici che mira ad alleviare la sofferenza emotiva attraverso la modifica di schemi mentali e comportamenti controproducenti.

Combina infatti tecniche di terapia cognitiva e tecniche del comportamentismo.

E’ attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici.

È riconosciuta terapia di elezione per la maggior parte dei disturbi psicologici dalla comunità scientifica internazionale e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) In seguito a centinaia di accurati studi e ricerche che ne dimostrano l’efficacia.

Questa terapia si fonda sui risultati della ricerca, e valuta la sua efficacia mediante ricerche sperimentali. Utilizza quindi un metodo scientifico, e può collocarsi tra le scienze.

Questa terapia si focalizza su un problema specifico, e questo consente al terapeuta di selezionare le strategie e gli strumenti più efficaci per i problemi dei pazienti.

Le caratteristiche principali della Terapia cognitivo-comportamentale sono:

  • Terapia pratica e concreta. Lo scopo della terapia si basa sulla risoluzione dei problemi psicologici concreti (es. riduzione dei sintomi depressivi, eliminazione degli attacchi di panico, riduzione o eliminazione dei rituali compulsivi o delle abitudini alimentari patologiche, diminuzione dell’isolamento sociale ecc..)
  • Centrata sul presente. Il ricordo del passato, o racconto dei sogni, possono essere in alcuni casi utili per capire come si siano strutturati gli attuali problemi del paziente, ma raramente aiutare a risolverli. La psicoterapia cognitiva e comportamentale quindi si preoccupa di attivare tutte le risorse del paziente stesso, e di suggerire valide strategie che possano essere utili a liberarlo dal problema che spesso lo imprigiona da tempo, indipendentemente dalle cause. Essa è centrata sul “qui ed ora” e sul futuro e mira ad ottenere dei cambiamenti positivi (aiutando il paziente a uscire dalla trappola piuttosto che a spiegandogli come ci sia entrato).
  • A breve termine. La terapia cognitivo-comportamentale è a breve termine, ogni qualvolta sia possibile. Il terapeuta è comunque generalmente pronto a dichiarare inadatto il proprio metodo nel caso in cui non si ottengano almeno parziali risultati positivi, valutati dal paziente stesso, entro un numero di sedute prestabilito. La durata della terapia varia di solito dai sei ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza  settimanale.
  • Orientata allo scopo. Il terapeuta cognitivo-comportamentale lavora insieme al paziente per stabilire gli obbiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze, durante i primissimi incontri. Si preoccupa poi di verificare periodicamente i progressi in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti.
  • Terapia attiva. Sia il paziente che il terapeuta giocano un ruolo attivo nella terapia cognitivo comportamentale. Il terapeuta cerca di insegnare al paziente ciò che si conosce dei suoi problemi e delle possibili soluzioni ad essi. Il paziente, a sua volta (cosa fondamentale!) lavora al di fuori della seduta terapeutica per mettere in pratica le strategie apprese in terapia, svolgendo dei compiti che gli vengono assegnati di volta in volta. E’ stimolato ad essere più attivo possibile, fino a divenire il terapeuta di sé stesso, sotto la guida del professionista.
  • Collaborativa. Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il paziente alla risoluzione dei propri problemi. La psicoterapia cognitivo comportamentale è infatti una psicoterapia breve basata sulla collaborazione tra paziente e terapeuta. Entrambi sono attivamente coinvolti nell’identificazione delle specifiche modalità di pensiero che possono essere causa dei vari problemi.
  • Scientificamente fondata. È stato dimostrato attraverso studi controllati che i metodi cognitivo-comportamentali costituiscono una terapia efficace per numerosi problemi di tipo clinico. E’ stato dimostrato che la terapia cognitivo comportamentale è efficace almeno quanto gli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, ma assai più utile nel prevenire le ricadute.